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In una sola settimana, personale dell’Ente di denuncia di Stop Animal Crime – neonato ente di denuncia contro le zoomafie – è già stato chiamato ad intervenire su 3 casi diversi geograficamente ma identici nella realtà dei fatti e nel loro esito, legati dallo stesso filo: pitbull legati a catena, orecchie tagliate, feriti e con cucce fatiscenti che, dopo l’intervento delle Autorità preposte, restano lì dov’erano e nelle stesse condizioni! Iniziamo da Giffoni (SA) Poi a S.Felice a Cancello e poi Pontecagnano Pitbull, pastori del caucaso e tapirulan per allenare i cani verosimilmente da usare in combattimenti sono stati rinvenuti in un bosco sopra Giffoni.

Sono stati scoperti da Stop Animal Crime che la mattina dello scorso 14 febbbraio si è rivolta ai carabinieri Forestali per togliere gli animali da quelle drammatiche condizioni, mettendosi a disposizione per il loro affidamento per evitare che finissero in un canile o, peggio, lasciati lì. Ma senza sortire effetto. «I militari hanno ritenuto opportuno affidare gli animali in custodia ai loro maltrattatori, rifiutandosi di affidarli a noi, esperti in attività di denuncia contro i reati zoo criminali – hanno dichiarato i membri dell’associazione – Siamo preoccupati che gli animali, non avendoli portati via dal bosco e lasciati a catena in quelle condizioni, possano sparire o ferirsi gravemente».

Durante il controllo, uno dei presunti proprietari è riuscito a prendere un pitbull e portarselo a casa, fino a quando i carabinieri forestali si sono recati presso l’abitazione per recuperarlo. Poi a San Felice a Cancello (CE), dove in seguito a intervento del nostro Ente sabato scorso veniva eseguito sopralluogo da un veterinario Asl il quale, nonostante le palesi ferite presenti sul collo dell’animale provocate da una catena non idonea (foto 4 e 5), si limitava a rilasciare indicazioni sulla messa a norma e lasciare l’animale ai loro aguzzini. Infine a Pontecagnano, un altro pitbull con orecchie tagliate e visibilmente ferito all’arto anteriore sinistro (video 2), il cui proprietario veniva denunciato dalla Asl ma anche in questo caso l’animale veniva lasciato in quell’inferno, ferito e senza cibo. «Il nostro ufficio legale ha provveduto a denunciare all’Autorità Giudiziaria ogni singolo caso ovvero denunciare i veterinari asl per omissione in atti d’ufficio e procederà a depositare istanza di sgombero per le strutture presumibilmente abusive riscontrate a Giffoni.

Le domande sono le stesse di altre centinaia di casi e poste da migliaia di animalisti d’Italia: Perchè per le Asl il maltrattamento è così difficile da contestare? Perchè i cani maltrattati sono stati affidati in custodia ai loro aguzzini? Perchè non sono stati affidati ad una struttura idonea? Perchè rifiutare la collaborazione di un Ente che gratuitamente si era offerto a prendersi cura degli animali? Di questo passo non cambierà mai nulla in questo Paese a tutela degli animali. I Sindaci non si interessano di avere strutture idonee al ricovero, affrontando la materia in modo superficiale a danno di migliaia di animali, gli organi sanitari prediligono il rilascio di prescrizioni al sequestro/prelievo degli animali e spesso le associazioni locali fanno “protezionismo” ovvero non gradiscono l’invasione di altri enti di tutela animale, organizzandosi in una sorta di spartizione del territorio nella “gestione” dei randagi. Chiederemo un incontro con le Autorità di controllo», hanno poi aggiunto i membri dell’associazione.

Articolo di 360webtv.it